Resoconto del Congresso di Sezione del 25 giugno 2013

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Il 25 giugno 2013 alle ore 17 presso la sezione A. Gramsci, sita a Martina Franca in via la Favorita 20, si è tenuto il Congresso di sezione del Partito dei Comunisti Italiani, propedeutico al 7º Congresso nazionale straordinario. Erano presenti il segretario cittadino uscente Franco Massafra, il segretario provinciale Gino Tocci in qualità di relatore, il tesoriere cittadino uscente Mauro Cipriano, i membri della segreteria cittadina, il segretario cittadino di Sinistra Ecologia e Libertà Pino Fedele come invitato, gli  iscritti e alcuni ospiti.

Il primo a prendere la parola è stato Franco Massafra il quale, dopo aver rassegnato le proprie dimissioni come da statuto, ha affrontato temi riguardanti la situazione degli iscritti e dei militanti della sezione di Martina Franca, concentrandosi in particolare sulla necessità di un maggior coinvolgimento ed impegno da parte dei giovani. Inoltre, partendo dalla grave situazione economica in cui versa il partito a livello nazionale e territoriale, ha parlato della necessità di non eliminare i finanziamenti pubblici ai partiti, ma di gestirli in maniera più controllata e di abbinarli ai classici sistemi di autofinanziamento. Infine, il segretario uscente ha sottolineato la necessità di ridefinire il ruolo del partito dei Comunisti Italiani di Martina Franca rispetto all’attuale giunta comunale, capeggiata dal sindaco Franco Ancona.

Dopo l’intervento di Franco Massafra, il segretario di Sinistra Ecologia e Libertà ha preso la parola e ha portato il saluto del partito che rappresenta, ringraziando per l’invito ricevuto e augurando un buon lavoro congressuale.

Sono seguiti interventi di vari compagni, tra i quali il tesoriere cittadino uscente Mauro Cipriano, Pino Carucci, Alessandro Massafra, e Gigi Paradiso.

Prendendo spunto dal documento politico del 7º Congresso (straordinario) del Pdci, il tema intorno a cui si è più discusso è stato quello riguardante l’esigenza impellente di una riflessione da parte del partito su quello che è stato il fallimento del progetto di “Rivoluzione Civile” e che ha portato logicamente alle dimissioni della classe dirigente, sulla dispersione dei comunisti in vari partiti, che non riescono a trovare un minimo comune denominatore, e sul fatto che il progetto politico comunista è destinato al fallimento se non si uniscono tutte le forze, prima di sinistra e poi comuniste, per la ricostruzione di un partito degno di questo nome.

Le azioni proposte e che devono seguire alla riflessione, perchè si compia la ricostruzione del partito Comunista, sono quelle di partire con umiltà dalle cellule sparse che si sono sostituite a quello che era un “soggetto collettivo” che riusciva a crearsi nelle fabbriche, secondo il modello fordista, e battersi su concetti di base unitari ai partiti che si richiamano al comunismo.

Stessa azione deve essere compiuta per portare a termine un’unione delle sinistre, unione che non sia frutto solo di alleanze elettoralistiche, ma che abbia alla base un vero e proprio documento politico stipulato dall’insieme di tutti i segretari.

Gli altri temi affrontati sono stati inerenti al problema del lavoro precario, ai rapporti con i sindacati e, riprendendo quanto esposto dal segretario Franco Massafra, alla necessità di un attivismo più costante da parte dei tesserati.

In particolare, per quanto riguarda il lavoro precario, c’è stata la richiesta da parte di un compagno di modificare quello che è l’articolo 14 del documento politico, in modo tale da essere più chiaro e comprensibile, così come l’articolo del capitolo 16 alla voce “precariato”: “Cancellazione delle forme di lavoro precario riconducendo a normalità il lavoro dipendente continuativo”.

Per quanto riguarda le relazioni tra il sindacato e il partito, si è discusso della necessità di stabilire dei rapporti organici e sinergici. In particolare, bisognerà stringere rapporti con la Fiom, con la parte più a sinistra della Cgil e con tutte quelle organizzazioni di base che stanno seguendo la strada giusta per rispondere al meglio alle esigenze di lotta dei lavoratori.

Riguardo al problema del calo del numero dei tesserati, al fatto che il Partito dei Comunisti Italiani sia invisibile all’interno della scena politica italiana, è necessario che tutti gli iscritti considerino la tessera come un punto d’inizio e non d’arrivo. E’ dalla tessera che nasce quell’impegno costante che aiuta il partito a vivere. E’ necessario ritornare a scrivere un giornale di partito, a curare il sito, a riaprire la web-tv, a diramare frequenti comunicati e a lavorare tra la gente, tenendo vive le sezioni.

Anche a Martina Franca è indispensabile riprendere l’azione politica per uscire da quello stato di invisibilità, determinato anche dalla nostra assenza nelle istituzioni.

In seguito agli interventi degli iscritti ha preso la parola un giovane ospite, il quale ha evidenziato la giusta critica fatta nel documento politico all’unione europea. E’ indispensabile che il partito sia molto chiaro riguardo alla posizione da assumere nei confronti dell’unione europea, dal momento che attualmente l’Italia è chiaramente un paese commissariato, così come tanti altri paesi membri, le cui decisioni a livello nazionale passano continuamente dalla censura europea.

Gli interventi si sono chiusi con il segretario provinciale Gino Tocci il quale, partendo dalle vicende che hanno riguardato la Federazione della Sinistra, matrimonio mai voluto da Rifondazione Comunista, con cui sono sorti non pochi problemi sia a livello nazionale che locale, ha ribadito l’esigenza di unire la sinistra, partendo dalla base e non dai vertici. Bisogna saper cogliere quel segnale “positivo” che potrebbe essere rappresentato dall’avvicinarsi di gruppi dissidenti rispetto alla linea centrista del Pd, come ad esempio quello “guidato” da Barca, e dal passaggio di Sel all’opposizione di questo governo delle larghe alleanze, che vede protagonista un Pd che con Sel aveva firmato il documento “Italia Bene Comune”, ma che ha preferito una svolta a destra con il governo Letta, sostenuto anche dal Pdl.

Già a livello locale si stanno verificando esempi di quello che dovrebbe essere un modello da esportare sul territorio nazionale. A Lizzano, ad esempio, una candidata del Pd si è autosospesa e ha contribuito a creare un gruppo di persone di sinistra, unite da un programma comune, e che a breve aprirà una propria sede.

Terminato l’intervento del segretario provinciale, i lavori congressuali si sono conclusi con la votazione del documento politico che ha visto 10 favorevoli, 1 contrario e 0 astenuti e con la nomina del nuovo direttivo, votato ad unanimità, che si riunirà nei prossimi giorni per convocare la riunione di circolo, durante la quale si voterà la nuova segreteria ed il nuovo segretario.