Lutto per il PCI – scomparsa del Compagno Franco Massafra

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ciao franco

Oggi abbiamo perso un riferimento importante, un Compagno onesto e leale, un’uomo che ha speso la vista contro le ingiustizie.
Se n’è andato il nostro segretario Franco Massafra e con lui una parte di storia politica di questa città.
Iscritto sin da ragazzo alla FGCI prima e al PCI poi, ha sempre tenuto fede ai propri ideali, senza mai cedere allo sconforto dei tempi difficili ed ha caparbiamente portato in alto la bandiera rossa con la falce e martello, simbolo del Movimento Operaio di cui andava fiero di appartenere.
Subito dopo lo scioglimento del PCI è stato tra i fondatori del Movimento per la Rifondazione Comunista e poi successivamente del Partito dei Comunisti Italiani fino alla fondazione del PCI nel 2016. Il suo attivismo è stato un esempio per molti compagni del territorio jonico e pugliese, e sarà facile eguagliarne l’esempio.
Nel 2010, assieme ad un gruppo ristretto di compagni, ha fondato la sezione ANPI divenuta negli anni il punto di riferimento per gli Antifascisti della valle d’Itria.
Ci impegniamo a seguire la strada tracciata, con dedizione ed impegno militante, questo lo dobbiamo a Franco e a tutti coloro che si battono per un mondo libero e di eguali.
I funerali saranno domani (sabato 4 dicembre 2021) alle ore 15.30 presso il cimitero di Martina Franca.
TUTTI I COMPAGNI E TUTTI I CITTADINI SONO INVITATI A PARTECIPARE.

Comunicato PCI Martina Franca – 100 anni della nascita del Partito Comunista d’Italia

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pci 100 anni

COMUNICATO STAMPA

Il 21 gennaio 2021 ricorre il centesimo anno della nascita del Partito Comunista d’Italia. Questa data non rappresenta una semplice ricorrenza, ma ricorda l’avvenimento più significativo per i lavoratori e le classi meno abbienti del nostro Paese. Cento anni fa, un gruppo di uomini e donne, riunitisi nel teatro San Marco di Livorno, posero le basi per un progetto di progresso, democrazia e libertà che ancora oggi è il cardine della nostra Repubblica.

Dapprima la clandestinità, le persecuzioni, le deportazioni e le esecuzioni dei Comunisti ad opera dei fascisti; poi, l’impegno nella Resistenza, la lotta nelle Brigate Garibaldi e nelle altre formazioni partigiane, la Liberazione, le Repubblica Democratica e La Costituzione. Questo è stato il lavoro dei Comunisti nei primi 25 anni di esistenza. Successivamente, hanno portato i Lavoratori nelle Istituzioni, dai piccoli Comuni al Parlamento, hanno sostenuto durissime battaglie per ottenere Diritti sociali e civili, hanno conquistato lo Statuto dei Lavoratori. Il PCI non è stato solo l’avanguardia del Movimento Operaio e Studentesco, ma è stato anche un partito che fin dagli arbori ha azzerato le differenze di genere nella vita politica; basti pensare che la prima Segretaria Nazionale è stata una Donna, Camilla Ravera.

Tuttavia, a distanza di cento anni, gli obiettivi prefissi dai Costituenti Comunisti non sono stati raggiunti. Viviamo in una nazione in cui è ancora evidente un forte divario tra le classi sociali, tra chi lavora e chi gestisce il profitto, tra chi accumula grandi capitali e chi a stento riesce a procurarsi da mangiare, tra chi può permettersi le migliori cure e chi trascura la propria salute a causa delle difficoltà economiche e sociali, tra chi ha diverse proprietà e chi non ha un tetto sotto cui ripararsi.

Queste sono le contraddizioni che i Comunisti vogliono abbattere e per questo continueranno la strada intrapresa cento anni fa che condurrà la società verso il socialismo. Facciamo appello ai lavoratori, ai precari, ai disoccupati, agli studenti e a tutti coloro che ritengono utile cambiare lo stato di cose esistenti, affinché si uniscano e supportino il PCI. La storia ha dimostrato che si può fare in Italia come nelle altre parti del mondo.

Facciamo nostre le parole di Antonio Gramsci, padre fondatore del Comunismo italiano, e il suo appello sempre vivo: “Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza.”

Martina Franca, 20 gennaio 2021

25 aprile 2019 – Festa della Liberazione

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25 aprile 2019 pci
Il Ministro Salvini ha dichiarato che diserterà le celebrazioni del 25 aprile. Gli Antifascisti di tutt’Italia gli risponderanno con una grande partecipazione di popolo: a conferma dei valori della lotta di Liberazione e della necessità di continuare a resistere e ad indignarci ancor’oggi. I Comunisti martinesi saranno in piazza, con l’Anpi e con tutte le forze antifasciste ed antirazziste. Tutta la cittadinanza è invitata!

locandina 25 aprile 2019 anpi Martina Franca web

Di seguito riportiamo il comunicato della Segreteria nazionale PCI a firma di Patrizio Andreoli

Perché questo 25 aprile vale doppio

“La lotta a camorra, ‘ndrangheta e mafia è la nostra ragione di vita. Il 25 aprile non sarò a sfilare qua o là, fazzoletti rossi, fazzoletti verdi, neri, gialli e bianchi. Vado a Corleone a sostenere le forze dell’ordine”. Questo quanto dichiarato da Matteo Salvini. Il messaggio ci pare chiaro. Disprezzo verso l’ispirazione e le radici antifasciste della Repubblica, e provocazione politica. Da un lato sembra dire che mentre altri perdono tempo in celebrazioni io lavoro e faccio (tra l’altro, come se la mafia la combattesse solo lui); dall’altro conferma come il 25 aprile non sia per il Ministro festa nazionale importante e dunque, somma di valori e memoria civile comune che meritano di essere ricordati e valorizzati; tant’è che egli ha altro da fare. Sentiamo già gli applausi e il batter di tacchi di tutta la destra estrema italiana che gongola in questi tempi bui di razzismo xenofobo ed omofobo, e dei vecchi e nuovi fascisti che rialzano la testa nell’onda di un nuovo vento nero. D’altro canto egli ha buoni precedenti. Berlusconi non ha mai partecipato ad alcuna cerimonia pubblica per la Liberazione. Nel 1994, capo del governo in pectore, l’ufficio stampa di Forza Italia fece sapere che il leader non si era unito alla grande manifestazione antifascista di Milano, ma aveva fatto celebrare una messa nella cappella privata di villa San Martino. Nel 2002, tornato a capo del Governo, mentre Ciampi insigniva la città di Ascoli con la medaglia d’oro alla Resistenza, era in Sardegna “per qualche giorno di relax”. L’anno successivo disertando la solenne cerimonia voluta per la prima volta da Ciampi al Quirinale, era di nuovo in villa a Porto Rotondo… E’ la “memoria che non passa”. L’irritazione politica, il rigetto storico ed il dispregio della destra italiana verso il più grande evento partecipativo di massa realizzatosi nella storia d’Italia. Un protagonismo, una coscienza attiva, un prender su di sé il proprio destino, che ancora non vanno giù, spaventano lor signori, restando limpido esempio di saldatura tra aspirazioni alla libertà e richiesta di cambiamento e giustizia sociale. Tanti buoni motivi, allora come oggi, per fare del prossimo 25 aprile occasione per un grande sussulto democratico, così come avvenuto poche settimane fa a Prato contro l’adunata fascista di Forza Nuova. Con una differenza rispetto ad allora. Che in questo quarto di secolo la nostra società si è fatta più povera e stracciona, più culturalmente involgarita, molto più bisognosa di lavoro e di speranza di un tempo. Ecco perché quest’anno, tale ricorrenza deve valere doppio! Chi è antifascista il 25 aprile sia a festeggiare col nostro popolo che in quella data ritrovò (e a quale prezzo!) le perdute libertà. Sia a festeggiare con la parte migliore del Paese che non si arrende e rilancia una nuova quotidiana resistenza al peggio. Sì, perché senza retorica, per noi la Resistenza continua e di una nuova Resistenza vi è gran bisogno! E a proposito di volgarità, va pur detto di come sia inaccettabile che Salvini si copra dietro la sacrosanta lotta alla mafia, per disertare la più significativa e bella ricorrenza civile nazionale. Egli continua a mostrarsi ovunque col giubbotto delle forze di Pubblica Sicurezza come se le stellette che esse portano, non fossero anch’esse frutto della Lotta di Liberazione e della conquistata Repubblica. Un dettaglio che forse neanche conosce e verso cui -se lo conosce- non ha interesse o addirittura ritiene irrilevante. L’altro dettaglio (trascurabile anche questo?) è che ha giurato sulla Costituzione scritta col sangue di sessantamila caduti e feriti partigiani. Davvero tutto ciò è tollerabile? Il Presidente del Consiglio Conte non ha niente da dire? Attenzione, perché ci sono segnali gravi che attraversano il Paese e si scaricano ormai come gragnole sulla coscienza democratica, che valgono da soli più di una campagna elettorale. La scelta del Ministro degli Interni non è gesto di piccola furbizia e camaleontismo italico buono per qualche battuta. E’ scelta di lotta politica. E’ segnale dato ad un universo sociale, economico e culturale preciso, dato al ventre cupo del Paese e al neofascismo nazionale. Ecco perché per i comunisti il vento fischia ancora. Bisogna continuare a lottare e a indignarci: il 25 aprile, e per tutto il resto del calendario.

25 Aprile 2018 – Festa della Liberazione

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manifesto 25 aprile pci

COMUNICATO STAMPA PCI – 25 aprile 2018

Sono passati 73 anni da quel 25 aprile del 1945 che ridiede la Libertà ad un paese piegato dalla dittatura nazifascista, ma gli ideali della Resistenza sono più vivi che mai.
Assistiamo quotidianamente ad atti violenti di stampo terrorista e fascista, non da ultimo l’episodio del raid xenofobo contro inermi e innocenti immigrati, colpevoli solo di avere un colore di pelle diverso dall’aggressore.
Il vile e strisciante virus dell’odio si sta paurosamente insinuando nella società, facendo passare per ordinaria credenza ciò che in anni passati veniva scritto all’interno delle leggi razziali e fascistissime, promulgate dal governo Mussolini.
Questa preoccupante perdita di memoria e d’identità nazionale risulta maggiormente aggravata dall’atteggiamento che le stesse Istituzioni Repubblicane assumono di fronte ad idee oscurantiste e razziste, diffuse tranquillamente nella vita quotidiana di tutti noi, in nome di una camuffata libertà di pensiero.
A tali pratiche malsane, ed ignoranti, replichiamo con le parole di un grande Partigiano e grandissimo Presidente della Repubblica, Sandro Pertini: «Io non sono credente, ma rispetto la fede dei credenti; io sono socialista, ma rispetto la fede politica degli altri e la discuto, polemizzo con loro, ma loro sono padroni di esprimere liberamente il pensiero. Il fascismo no, il fascismo lo combatto con altro animo: il fascismo non può essere considerato una fede politica; il fascismo è l’antitesi delle fedi politiche, il fascismo è in contrasto con le vere fedi politiche perché il fascismo opprimeva chi non la pensava come lui».
Noi Comunisti partiamo dalle parole del Presidente Pertini, socialista ed antifascista, Padre della Costituzione e oppresso che ha subito il carcere fascista ed il 25 aprile lo ricorderemo, insieme a quei Comunisti martinesi che si sono adoperati per donare la Libertà all’Italia.
Il 25 aprile 2018 alle ore 18.30 in piazza XX settembre dedicheremo un pubblico comizio a tutti i Partigiani ed in particolare a Pietro Carucci, operaio e partigiano della Brigata Garibaldi deportato a Mauthausen; Cosimo Massafra, bracciante agricolo e deportato nel campo di lavoro di Hannover; Angelo Carucci, operaio e partigiano della Brigata Garibaldi; Teresa Vavassori, staffetta partigiana con il nome di battaglia Rina e Sebastiano Carucci, professore, acclamato dal popolo primo sindaco di Martina Franca, in rappresentanza del CNL (Comitato di Liberazione Nazionale), e successivamente Senatore del PCI.
Invitiamo tutta la cittadinanza a partecipare alle iniziative del 25 aprile, a cominciare da quelle organizzate dall’Anpi e dalle associazioni locali, e a vivere la giornata della Liberazione come una rinnovata occasione di fedeltà agli ideali patriottici della Resistenza e della Costituzione Repubblicana.
W i Partigiani, W la Resistenza, W il 25 aprile!

PCI – Sezione “Gramsci” Martina Franca (TA)

Dodicesimo anniversario della morte di Angelo Marotta

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COMUNICATO STAMPA

Angelo MarottaA dodici anni dalla morte, Angelo Marotta non avrà ancora una strada recante il suo nome, tanto meno una cerimonia ufficiale organizzata dall’Amministrazione Comunale.
L’operaio Marotta sarà, però, ricordato dai concittadini che, attraverso il Partito Comunista Italiano, la FGCI, l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia e l’Associazione Sine Cura Lab, hanno organizzato la cerimonia di commemorazione alle ore 11.00 nei pressi del luogo del tragico incidente mortale, vale a dire Viale Stazione.

Le circostanze della morte di Angelo Marotta hanno scosso profondamente la società martinese tanto da supportare la richiesta di intitolazione della strada con 1207 firme, raccolte in pochissimi giorni e già consegnate nelle mani del Sindaco Franco Ancona, in occasione del decimo anniversario della scomparsa di Marotta. Tali firme sono rimaste chiuse in qualche cassetto comunale e come Comunisti non possiamo permettere che restino dimenticate.

locandina marotta 31-10-2017Anche quest’anno saremo noi, assieme alle associazioni già citate, a deporre un omaggio floreale al concittadino Marotta. Ci auguriamo che dal prossimo anno ci sia un maggior coinvolgimento delle Istituzioni e della comunità intera e che il 31 ottobre entri a far parte del cerimoniale ufficiale del Comune di Martina Franca. L’istituzione di un minuto di raccoglimento in tutti gli uffici pubblici, alle ore 10.00 del 31 ottobre, da parte dell’Amministrazione Comunale, sarebbe un gesto significativo e rappresenterebbe il giusto tributo della città all’operaio Marotta e a tutte le vittime del lavoro.

Che la memoria resti viva e che mai venga abbassata la guardia sui temi della sicurezza sul lavoro!
Ci aspettiamo che la città accolga con favore la nostra proposta e che sia partecipe in massa alla cerimonia di domani a cui presenzierà la famiglia Marotta.

Martina Franca, 30 ottobre 2017

Partito Comunista Italiano
Sezione “Antonio GRAMSCI” di Martina Franca

Petizione Popolare per intitolare una strada ad Angelo Marotta

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Ernesto Che Guevara in una lettera ai figli Aleida, Hilda, Camilo, Celia ed Ernesto scriveva:

“…siate sempre capaci di sentire nel più profondo di voi stessi ogni ingiustizia commessa contro chiunque in qualsiasi parte del mondo: è la qualità più bella di un rivoluzionario”.

 

Sono queste le parole che hanno portato il Partito Comunista di Martina Franca a sentire come profonda ingiustizia la sordità da parte di tutte le Amministrazioni che si sono succedute in questi anni, di qualsiasi colore politico, di fronte alle insistenti richieste da parte nostra di intitolare una strada al concittadino Angelo Marotta.

Tale intitolazione non si configurerebbe solo come una mera azione toponomastica, ma rappresenterebbe il modo migliore per commemorare e onorare Angelo Marotta, operaio che quel triste 31 ottobre 2005 perse la vita mentre effettuava lavori di manutenzione alle condotte fognarie, per garantirne il corretto funzionamento utile alla cittadinanza intera.

Quest’anno, in occasione del decimo anniversario della morte di Angelo Marotta, si sono unite più forze della società come testate giornalistiche, associazioni, movimenti politici e singoli cittadini che hanno dato vita ad una raccolta di firme da presentare all’Amministrazione Comunale al fine di ottenere quanto richiesto da anni.

Invitiamo tutti i cittadini a fare proprie le parole di Ernesto Che Guevara e a sottoscrivere la petizione affinché venga cancellata questa ingiustizia che disonora l’intera città di Martina Franca.

petizione marotta

21 gennaio 2015 – Ricostruire il Partito Comunista per il bene dell’Italia

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Simbolo Partito Comunista d'Italia

“Nei giorni scorsi centinaia di compagne e compagni hanno affollato il Centro Congressi Cavour di Roma per dimostrare la loro adesione convinta ad un progetto di ricostruzione di un soggetto politico comunista unitario e rinnovato. Un apporto prezioso ai processi unitari a sinistra a cui i comunisti organizzati in partito devono portare il loro contributo”.

Con queste parole Cesare Procaccini, segretario nazionale PDCI, annuncia la nascita del Partito Comunista d’Italia. Il PdCI (Partito dei Comunisti Italiani) “ritorna al futuro” e, a seguito di un processo di riorganizzazione e rilancio dell’attività politica organizzata degli operai italiani, riacquisisce il nome che esattamente 94 anni fa venne dato al partito di Antonio Gramsci e Amedeo Bordiga nello storico congresso di Livorno.

A distanza di alcuni anni dalla sciagurata scelta di chiudere l’esperienza del Partito Comunista Italiano e all’epilogo del renzismo a cui sono giunti i fautori di quella “svolta”, i Comunisti riaffermano la loro volontà di essere parte delle dinamiche della società e di essere il soggetto rivoluzionario del cambiamento autentico.

cesare procaccini con fosco giannini

nella foto: Comp. Fosco Giannini (a sinistra) e Comp. Cesare Procaccini (a destra)

Nella relazione introduttiva di Fosco Giannini (segreteria nazionale PDCI), tenuta all’assemblea nazionale per ricostruire il Partito Comunista, viene esaminata la situazione geopolitica attuale: “Siamo di fronte ad un’Unione Europea dai sempre più chiari caratteri iperliberisti, antidemocratici, antipopolari e antioperai che richiede la messa in campo di un lungo ciclo di lotte sociali, nazionali e sovranazionali, per il quale i partiti comunisti d’Europa e il Partito Comunista possono e debbono svolgere – assieme alle altre forze di sinistra – un ruolo centrale. Un ruolo storico.

Siamo di fronte ad un nano capitalismo italiano, tanto straccione quanto ferocemente antioperaio, che chiede il ritorno ad una lotta di classe dispiegata nell’intero Paese e condotta dal movimento operaio assieme agli studenti e ai disoccupati, con i comunisti protagonisti di questa lotta. Questi sono i compiti a cui ci chiama la fase; i compiti dei comunisti, il ruolo sociale e politico che ci proponiamo di svolgere, il compito che consegna un senso pieno al progetto della ricostruzione del Partito Comunista in Italia!

Chi vuole abbandonare la lotta, chi vuole desistere da questo nostro progetto comunista e rivoluzionario, si accomodi pure nel già affollatissimo treno rosa-pallido che ha deragliato storicamente, uscendo dalla lotta per il socialismo. Starà in moderata e mesta compagnia.

Noi continuiamo a combattere, continuiamo a lavorare per ciò che sentiamo profondamente giusto, per quello stesso progetto per il quale dette la vita il compagno Antonio Gramsci e tutti i comunisti e gli antifascisti del nostro Paese: costruire l’unità della sinistra di classe, costruire un fronte di sinistra e di popolo, ricostruire il Partito Comunista in Italia!”.

pino sgobio

Comp. Pino Sgobio

Il 21 gennaio 2015, alle ore 18, presso la Sezione “Antonio Gramsci” in via la favorita 20 a Martina Franca, si “ritorna al futuro” con un incontro pubblico dal titolo “Ricostruire il Partito Comunista per il bene dell’Italia” al quale parteciperanno Franco MASSAFRA, segretario cittadino del PCd’I, Giancarlo GIRARDI , Federazione PCd’I di Taranto e Pino SGOBIO, direzione nazionale Partito Comunista d’Italia.

★ La cittadinanza è invitata a partecipare ed intervenire. ★

locandina pcdi 21 gennaio 2015